martedì 12 marzo 2013

SENTIRSI A CASA



Eccoci qua! Siamo finalmente tornati in Nepal!
Kathmandu ci ha accolti con un bel cielo blu, temperatura ottimale e 2 giorni di bandha. Bandha e' quando qualche partito politico (di solito i maoisti) indice uno sciopero forzato nazionale che si traduce con la paralisi fisica del Paese. I lati negativi di questa pratica sono innumerevoli, compensati in parte dal fatto che Kathmandu  respira.
Il blocco totale del traffico permette di camminare senza soffocare tra i gas di scarico o impazzire per il continuo pim-pim dei clacson. Le strade della citta' si riempono di venditori ambulanti, i bambini giocano a calcio per strada e Kathmandu mostra la parte migliore si se'. Non poteva esserci  rientro migliore!







Anuman Doka
Swayambunath, Monkey temple

Il ritorno al villaggio e' stata un' emozione ancora piu' grande. Sono mancata sei mesi, solo fisicamente, perche' il mio cuore ormai vive qui. Scesa dall'autobus i vicini mi hanno fatto la festa e dopo due secondi sono arrivati i bambini da scuola. Baci, abbracci, qualche lacrimuccia e tanta, tanta felicita'. L'affetto che mi dimostrano e' la fonte di tutte le mie energie! Senza dimenticare mio fratello Giona e i tre fantastici amici (Chiara, Oscar e Tia) che sono venuti ad aiutarci. I lavori da fare sono tanti, in primis finire il nuovo ostello per i bambini ospiti della Bayoca School. Mentre vi scrivo Giona sta parlando con la squadra locale di muratori per istruirli sui lavori e cercando una moto per scendere a Kathmandu ad ordinare i materiali. Chi ci segue da un po' e chi conosce il Nepal, sa che i tempi da queste parti sono dilatati, a tratti snervanti, ma  noi siamo rodati e sopratutto  positivi e carichi!! Continuate a seguire il blog e la pagina facebook perche' in questi giorni metteremo tante foto e racconti sull'andamento dei lavori e la nostra vita con i bambini al villaggio.
Un abbraccio speciale agli amici che domenica scorsa hanno partecipato al pranzo di beneficenza " Aiuta un nepalese, mangia piemontese" organizzato dal nostro braccio destro italiano, Clara. Grazie a tutti.


L'attuale dormitorio
 Con i piu' grandi si parla di materassi da cambiare, coperte e magari anche un tavolo :)

giovedì 10 gennaio 2013

Miniera (di amore)


Ciao amici, ecco il post di Giulia nel quale vi racconta la sua esperienza in Nepal. Human Traction cresce grazie anche alle persone come lei che decidono di abbracciare la nostra causa portando il loro aiuto direttamente sul campo. Grazie Giulia! Buona lettura. 
Diamanti

L’aria gelata e invernale che entra dal portellone dell’aereo appena aperto mi taglia le gambe in due, un’aria famigliare, ero arrivata a Londra. Dopo 15 ore di volo rieccomi in occidente. Sensazioni?? Era come se mi mancasse qualcosa, di già?? Ebbene sì.. le emozioni provate fino al giorno prima come serenità, contentezza, amore,(full love!!) erano in un certo senso scomparse, come se qui non le avessi mai provate davvero.. forse sono tornata anche troppo presto. Ho trascorso due mesi in oriente, ad est, dove sorge il sole, ho conosciuto e vissuto un’altra cultura, visto nuovi territori, e scoperto quanto questo Paese sia pieno di risorse, paesaggi meravigliosi e di gente semplice: il popolo asiatico, che come lo definisce Terziani, (grande compagno di viaggio) “è un po’ stupido e fannullone ma formato da persone di cuore, quel cuore che la nostra società sembra abbia perso”. 
Dopo un mese di esplorazione tra trekking sull’ Himalaya e tramonti dorati sul lago di Pokhara, sono arrivata al villaggio di Alaapot. Tutti i posti sono miniera, ma questo villaggino è stato la miniera più ricca che avessi mai raggiunto. I diamanti che ho trovato erano piccoli, intelligentissimi e curiosissimi bambini nepalesi che hanno colorato le mie giornate. Bisognosi d’amore ma allo stesso tempo capaci di riempirtici il cuore, tanto che la sera, quando la giornata finiva e ci si dava la buona notte, sentivo nel mio petto come un’esplosione, una sensazione di pienezza, che mi faceva sorridere e mi rendeva felice. Il sorriso era sempre presente anche sui loro volti, una delle cose che mi ha stupito: felici con niente, o per lo meno con molto poco. Bambini capaci di ascoltare chi parla, pronti ad arricchirsi e migliorarsi sempre, e allo stesso modo piccoli pozzi di conoscenza della loro cultura, così diversa e lontana dalla nostra.È stato un mese fantastico nella naturale miniera di Alaapot, dove la semplicità era la cosa più soffisticata che potevi trovare, e la natura, in stretto contatto con l’uomo, e un grande rispetto per le sue opere. Come può un bambino crescere sano nel mezzo di una città senza sentire accanto al ritmo della proprio vita, quella della vita degli animali e delle piante?? Mai come nel nostro tempo e nella nostra società, l’uomo si è allontanato dalla natura, e questo è stato forse il più grande dei nostri errori. Un grande abisso tra la mia infanzia e la loro, ma chi è più fortunato?? Sono stata forse io la più fortunata a crescere con tutte le più moderne tecnologie?? Mmmm…  Come si dice??  “ A buon intenditore poche parole….”
Il tempo nel villaggio è volato, mai controllato, come se non avesse avuto più importanza e in pochissimo ho dovuto salutare quei piccoli angeli. Avrei voluto portarli tutti con me, ma dovevo accontentarmi di portare con me il ricordo dei loro bei sorrisi. Tornerò, non li abbandono, ma sono tranquilla perché so che non saranno soli, Mia li raggiungerà di nuovo, a breve ripartiranno i progetti per finire i lavori del tetto del dormitorio dei ragazzi. Grazie, Grazie, Grazie Mia!!! Grazie Human Traction che mi hanno dato la possibilità di dare una mano. Il mio compito era tenere compagnia ai ragazzi, ero diventata come una big sister, e la mattina andavo a scuola come “insegnate”. Ci sono 10 classi, ma gli insegnanti non sono sempre abbastanza, così io entravo nella classe vuota e tra una chiaccherata in inglese, una lezione di geografia ed una canzone, volavano le mattinate. Il pomeriggio i ragazzi ospiti della scuola venivano a casa, o meglio al castello di Human Traction a giocare, disegnare, guardare film. La sera quando loro tornavano a scuola per il dalbhat (la cena), io a lume di candela, sempre in compagnia del grande Terzani, me ne andavo a dormire con il petto che mi esplodeva di gioia. Il sabato è la nostra domenica per loro, quindi non c’era scuola, e allora una volta al tempio, una volta la passeggiata al fiume, una volta il pigiama party si passano anche quelle giornate insieme..
Scrivere mi fa venire sempre più malinconia, e risalire quella sensazione di mancanza che provavo ancora prima di scendere dall’aereo. È stata una magia, finita davvero troppo presto, ancora un grazie speciale a Mia, non solo per avermi dato l’opportunità di fare questa bellissima esperienza, ma Grazie soprattutto per il lavoro e le energie dedicate costantemente a questi piccoli diamanti.
Giulia T.
Uno dei tanti ponti che si attraversano nei trekking nepalesi

sabato 29 dicembre 2012

Everything will be alright in the end... if it's not alright then it's not yet the end.


Alla fine andrà tutto bene, se non va bene non è ancora la fine.
Questa, secondo me,  è la frase piu bella di Marigold Hotel, tenerissimo film che tra shock culturali, emotivi ed alimentari, narra le avventure di un gruppetto di pensionati inglesi che si trasferisce in India. È la frase che mi ripeto spesso in questo periodo.
La fine della costruzione del tetto per il nuovo ostello è stata rimandata a primavera. Mi è dispiaciuto tanto, cosi tanto da non riuscirne a scrivere. So che dovrei aggiornare il blog anche quando le notizie sono spiacevoli ma, detto tra noi, a chi piace dar brutte notizie­­? Quante volte per la frustrazione ho lasciato la pagina in bianco, rimandando a quando avrei trovato le parole giuste. Lo so è una stupida giustificazione e le parole giuste infondo sono la verità. Ovvero che nonostante il supporto ed il calore di tanti amici, la parte operativa sul campo di Human Traction è,  per ora, limitata a poche persone. Saremmo voluti tornare in Nepal a Novembre ma disguidi personali di varia natura hanno fatto slittare la partenza ai primi di Marzo. Io, per esempio, sono tornata in Italia dopo un anno e mezzo di volontariato con il cuore pieno e le tasche vuote. Dato che sono choosy, sono emigrata in Inghilterra per qualche mese di lavoro che mi darà la possibilità di finanziare il mio ritorno in Nepal. Anche i miei compagni di avventura si stanno preparando e tra poco saremo tutti pronti a partire per donare la casa che meritano ai nostri piccoli amici.                            
Nel frattempo non ci siamo fermati e qui vogliamo ringraziare la Cascina Codemonte di Novara che ha organizzato una cena di beneficenza a nostro favore. 
Un abbraccio a Giuia T. che ha trascorso un mese con i nostri ragazzi ad Alapot e sta preparando un post per raccontarvi la sua esperienza. Personalmente, ringrazio immensamente Skype che mi da la possibilità di parlare con i ragazzi tenendo vivo il nostro rapporto in questi mesi di distanza forzata. Le nostre chiamate sono rapide e girano sempre intorno alla stessa domanda: “quando torni? Ci manchi tanto” e alla stessa risposta: “torno a marzo, anche voi mi mancate tanto”. La prima volta che li ho sentiti per telefono è stata un’emozione forte e ho pianto tanto, la seconda meno, ora non mi commuovo (quasi) più e l’amore che mi trasmettono mi rallegra in questi mesi di piovoso lavoro inglese che ci separano.
Un abbraccio a tutti amici, con l’augurio che il 2013 sia per tutti l’inizio di una radiosa era.
Mia

Giulia T. con i ragazzi