lunedì 29 giugno 2015

Dove c'è cucina, c'è casa! Home is where your kitchen is

Translation at the bottom.
Sono 4 anni che tengo questo blog ed ogni post è un parto perché è difficile trovare le parole per descrivere emozioni e dinamiche di vita così diverse dalle nostre. Raccontarvi il Nepal post terremoto è ancora più difficile perché lo sto ancora assimilando e studiando. Attraverso questa fase di osservazione posso studiare i modi migliori per intervenire subito e per continuare a pianificare un futuro migliore alla luce delle nuove dure realtà. Come vi aveva già raccontato Giona che era presente durante i terremoti, i ragazzi stanno bene, il nostro ostello non ha riportato danni ed i lavori per i bagni sono quasi terminati. La casa sede di Human Traction invece purtroppo è stata danneggiata, la nostra felice cucina gialla ha delle crepe paurose per non parlare del pavimento divelto del bagno e la colonna con mattoni penzoli al pian terreno . Così con il magone e in uno stato di incredulo shock,  ho fatto il trasloco dei nostri pochi averi trasferendo tutto nella stanza vuota dell'ostello che avrebbe dovuto presto ospitare l'aula computer. Da sola sarebbe stato un compito triste e faticoso invece, grazie all'energia e alla positività disarmante dei ragazzi, l'abbiamo trasformato in un gioco. Anzi, il fatto della cucina l'hanno preso molto seriamente, in due ore hanno smontato e rimontato il tavolone, portato la bombola del gas e tutto il necessario " così ci facciamo subito un bel piatto di pasta!"
Loro sono felicissimi perché viviamo praticamente insieme, io benedico la mia famiglia che ha costruito quest'ostello per loro che ora sta ospitando anche me anche se privacy è una parola da dimenticare, così come acqua corrente e bagno in casa...
Sono felice perché,nonostante tutte le difficoltà so che grazie al vostro aiuto supereremo questi momenti e ci rialzeremo più forti di prima. Continuate a credere in noi. Un abbraccio dal Nepal



le crepe della cucina
kitchen cracks







Dove c'è cucina, c'è casa
Home is where your kitchen is


have been keeping this blog for 4 years now, but every post still feels like a childbirth. Finding the right words to describe emotions and lifestyle dynamics so different from ours is extremely difficult. And describing Nepal after the earthquake is even harder, because I'm still in the process of understanding and assimilating all these tragic events. This observation phase is very useful though, since it will allow me to find the best ways to implement immediate interventions and to continue planning the future in the light of this new, harsh reality.
Giona was here during the quakes and he already told us that the guys are fine, our hostel has not been damaged, and the building of the toilets is almost done. Unfortunately, the Human Traction home-headquarter has suffered some damages. Our happy yellow kitchen has big, scary cracks, not to mention the broken bathroom floor and the column with damaged brickwork downstairs. So, still feeling down and shocked, I had to move all our things to the empty room of the hostel, which was originally intended to be used as a computer room.  Doing all this by myself would have been terribly sad and tiring, but the kids turned it into a big game, bringing in all their energy and disarming positivity. Especially the kitchen was taken very seriously. In as little as two hours they disassembled and reassembled the big table, moved the gas bottle and arrange all we needed “to cook a nice pasta!”
They are very happy because we are practically living together. I bless my family for building this hostel for them … and for me now.
I will need to forget the meaning of the words privacy, running water, and a bathroom inside the house, but I am happy anyway.
With your help we will overcome this difficult times and will become even stronger than before.
Please don’t stop believing in us.
Big hug from Nepal.

domenica 26 aprile 2015

25 Aprile 2015, Il giorno della distruzione.


In Italia erano le 8.30 di un tranquillo sabato mattina quando un messaggio dal Nepal trasforma un’antica latente paura nel più reale degli incubi: c’è stato IL terremoto.
Il 15 gennaio 1934 un terremoto di magnitudo 8.2  devastò il Nepal riducendo le maestose città della valle di Kathmandu in un cumulo di macerie.
I sismologi che studiano l’Himalaya hanno registrato che il Nepal viene scosso dal terremoto circa ogni 80 anni. Ne sono passati 81, 3 mesi e 10 giorni. L’imprevedibilità dei terremoti…
Per chi sa l’inglese

Terremoto a parte, gli artefici del degrado e della silenziosa agonia del popolo nepalese sono molti e molto potenti.
I milioni di dollari di aiuti internazionali che fin dagli anni 60 si riversano in Nepal avrebbero già potuto e dovuto risollevare il destino di questo Paese meraviglioso.
Purtroppo, come accade ovunque nel mondo, la logica del profitto, le speculazioni e la peggiore declinazione del concetto di globalizzazione, hanno avuto la meglio.
Da sempre in Nepal l’approvvigionamento giornaliero di acqua è un grande problema per la quasi totalità della popolazione. Ovviamente non per mancanza d’acqua (il Nepal possiede la seconda riserva idrica al mondo dopo il Brasile!), ma per eccesso di avidità umana e mafie.
Stesso discorso per l’elettricità. Chi conosce il Paese sa benissimo cosa vuol dire load shedding. Significa tagli della fornitura elettrica programmati, d’inverno si arriva a 18 ore.  Di questo è complice l’India, che da anni impone al Nepal la vendita della quasi totalità della poca corrente prodotta.
Terremoto a parte, gli artefici del degrado e della silenziosa agonia del popolo nepalese sono molti e molto potenti.
Con un background del genere era praticamente ovvio che un Paese già in ginocchio si sarebbe trovato impreparato ad affrontare una calamità naturale annunciata.

Scusate il preambolo polemico ma forse alcuni di voi ci seguono da poco e non conoscono bene il Nepal.

Il destino ha voluto che Giona, da sempre uno dei pilastri di HT, si trovasse a Kathmandu.
La sua presenza lì ci aiuterà a capire qual è la vera situazione e di cosa hanno bisogno.
Le comunicazioni sono difficili e spesso interrotte.
A Lilliput*, il villaggio dove operiamo:

I BAMBINI SONO TUTTI SALVI

L’OSTELLO CHE ABBIAMO COSTRUITO NON HA SUBITO DANNI

GRAZIE AL PANNELLO SOLARE CHE CI AVETE AIUTATO AD INSTALLARE,

IN PAESE IERI ERAVAMO GLI UNICI AD AVERE CORRENTE ELETTRICA E SONO TUTTI VENUTI A CARICARE I TELEFONI DA NOI.

PER PAURA DI SCOSSE NOTTURNE HANNO DORMITO TUTTI FUORI. L’OSTELLO E IL GIARDINO DELLA SCUOLA SI STANNO TRASFORMANDO IN UN CAMPO DI SFOLLATI DEL PAESE.

Mentre vi scrivo arrivano finalmente pochi telegrafici messaggi di Giona per aggiornarci sulla situazione:

LA SCOSSA DI STAMATTINA HA PROVOCATO ULTERIORI DANNI
IN PAESE SONO CROLLATE ALTRE CASE TRA CUI ANCHE QUELLA DEL NOSTRO PADRONE DI CASA CHE ORA GIUSTAMENTE RECLAMERA’ QUELLA CHE CI HA AFFITTATO

AVEVAMO DA POCO AFFITTATO UN PEZZO DI TERRA CON UN’ANTICA CASINA NEPALESE CHE SAREBBERO DIVENTATI IL NOSTRO PROGETTO DI PERMACULTURA .
IL NOSTRO SOGNO PER ORA SI E’ SGRETOLATO INSIEME ALLA CASINA.

DICONO CHE LA CORRENTE ELETTRICA NON SARA’ FORNITA PER ALMENO UN MESE PERCHE’ SONO CROLLATI QUASI TUTTI I PILONI DELL’ALTA TENSIONE.

IL PANNELLO CHE ABBIAMO E’ PICCOLO E DA SOLO NON HA UNA LUNGA CARICA.
DOBBIAMO ACQUISTARE DEI NUOVI PANNELLI SOLARI.

GIONA DICE CHE OVVIAMENTE ORA E’ TUTTO CHIUSO. IN CITTA’ E NEI VILLAGGI E’ CORSA AGLI ALIMENTI.  A LILLIPUT PER ORA HANNO CIBO E L’ACQUA GRAZIE A DIO VIENE EROGATA COME SEMPRE DUE VOLTE AL GIORNO PER POCHE ORE.

NCELL, UNA DELLE  2 COMPAGNIE TELEFONICHE, PER ORA NON FUNZIONA.

L’India ha portato i primi soccorsi a Kathmandu e nelle zone dell’ epicentro, la grande macchina degli aiuti internazionali si è messa in moto. Nel disastro è confortante sapere che stanno arrivando anche grandi ONG come Medici Senza Frontiere.
Ovviamente nei villaggi la situazione è peggiore perché gli aiuti sono concentrati nella capitale e dell’epicentro.
La situazione è drammatica come le scene che tutti i giorni vediamo arrivare da mezzo Mondo: Siria, Palestina, Africa, Mediterraneo e, spesso assuefatti al dolore come siamo, quelle immagini si perdono velocemente tra le pieghe dei problemi delle nostre vite. Se però ci stai leggendo, per qualche motivo sei forse legato al Nepal o a noi.
Senza religione, abbiamo fondato Human Traction con la convinzione che la potenza dell’essere umano che si adopera per proteggere i propri simili e chi/cosa vive su questo pianeta, sia una scintilla divina che può fare miracoli.
Gli anni di lavoro svolto fino ad ora lo hanno confermato. Voi che ci seguite siete cresciuti proporzionalmente ai fantastici traguardi che abbiamo raggiunto insieme.
Le urgenze del momento ci spingono ad allargare i confini del nostro lavoro al di là dell’ostello e dei “nostri” bambini.
Lilliput, il nostro villaggio, la nostra comunità ha bisogno di noi. Fateci sentire che non siamo soli.

AGGIORNAMENTI SULLA PAGINA FACEBOOK HUMANTRACTION ONLUS
STIAMO ASPETTANDO CHE GIONA RIESCA AD INVIARE IL SUO RACCONTO E LE FOTO PER STUDIARE COME INTERVENIRE.

IN US WE TRUST
Vittoria

* A chi ci conosce ora consiglio di leggere i post vecchi per capire perché chiamiamo il villaggio Lilliput e perché io mi firmo Vittoria.J









lunedì 5 gennaio 2015

Una lettera d'amore

Dalla prima volta che sono atterrata a Kathmandu quasi 6 anni fa, questo è stato il quinto ritorno.
Credevo che col tempo mi sarei abituata a vivere tra due mondi ma ogni volta l'abbraccio di questa terra è più forte, come la sensazione di non essere mai andata via.
L'aria intasata di smog, spezie ed incenso sono ormai familiari come l'odore di mia madre. Il semplice essere qui mi infonde una serenità mai trovata altrove, la netta  indescrivibile sensazione di essere nel posto giusto.

A Natale ho ricevuto una lettera con  testuali parole " cosa faremmo senza di te? Tu ci hai cambiato la vita, hai portato gioia, amore e speranza, nessuno ci aveva mai amato così tanto, neanche i nostri genitori, tu sei la nostra luce, la nostra principessa, vogliamo crescere  con te e, quando saremo adulti, lavorare  per Human Traction ed aiutare altri bambini come tu hai fatto con noi."
Ho pianto come un vitello che taglia le cipolle!!

Questi sono i nostri ragazzi, questa è la nostra famiglia. Una famiglia che da sola non sarei riuscita a mantenere  dignitosamente. Per crescere felici avevamo, ed abbiamo, bisogno di amici ed aiuto. Oggi siete in tanti a seguirci e sappiamo che ogni nostro sogno è diventato realtà grazie al vostro supporto.
Continuate a volerci bene, noi ve ne vogliamo tanto!
Felice anno nuovo!!