E’ passato un mese e mezzo dall’ultimo
post e abbiamo tanti aggiornamenti positivi dal nostro piccolo mondo nepalese.
Vi avevamo lasciato con il
problema dermatologico di M. Eravamo tutti preoccupati perché la piaga
peggiorava e sapevamo che i risultati della biopsia si sarebbero fatti
attendere a lungo ed il medico non aveva azzardato nessuna diagnosi e nessuna
cura.
Nel frattempo la mia padrona di casa, una signora sulla cinquantina
chiamata come tutte le donne Ama, madre, incontra M. e, senza il minimo dubbio
asserisce che il ragazzo deve smettere di mangiare “il dal”, ovvero
lenticchie. Rimaniamo tutti basiti. Non
tanto per la veloce e perentoria diagnosi, ma per l’alimento oggetto di
divieto. In Nepal l’unica cosa che mangiano è “il dalbhat”, brodo di
lenticchie, riso e verdura. Chi ci è stato lo sa, sennò è difficile a credersi,
ma davvero, mangiano solo dalbhat. Non per mancanza di altre risorse alimentari
ma per costume e abitudine. Un po’ come noi italiani e la pasta, ma di più,
anche a colazione, e a cena, sempre, tutta la vita. Ma Ama era certa di quel
che diceva e cosi, nell’attesa delle risposte della scienza abbiamo seguito i
consigli dell’oracolo di saggezza popolare che ha anche spedito il ragazzo a
fare una puja all’alba al vicino tempio. (preghiera con offerta di fiori, riso, frutta
etc.) I risultati sono stati sorprendenti. Dopo pochi giorni dal cambio di
dieta le ferite hanno smesso di spaccarsi e la pelle ha cominciato a
rimarginarsi. La biopsia e la diagnosi del medico sono arrivate dopo più di
venti giorni. Si tratterebbe di un eczema che tende a manifestarsi col caldo e
l’esposizione solare e ci ha prescritto una crema. Quando gli ho chiesto se ci
poteva essere attinenza con le lenticchie, ha detto che non lo sapeva. Lo
sapeva Ama... La prossima estate ai primi caldi, compreremo la crema, bandiremo
le lenticchie e faremo anche “la puja” preventiva.
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prima e dopo |
Insieme a Settembre si è concluso
il mio tempo nepalese per quest’ anno. Finiti visti e risorse economiche
personali sono da poco rientrata in Italia, lasciando il timone ad un amico
spagnolo. Jorge è esperto di permacultura e starà con noi qualche mese per
seguire il progetto orto. Il venerdì pomeriggio dalle 2 alle 4 tiene un corso
pratico e teorico in inglese. A differenza dei primi tentativi che sono sempre
tristemente falliti, questa volta sembra che siamo fortunati perché oltre a
Jorge abbiamo trovato un insegnante nepalese! Si chiama Dinesh, è un signore
del nostro villaggio, esperto di agronomo e permacultore. Ha lavorato per molti
anni in distretti remoti del Nepal e da poco è tornato in valle. Ha accettato
con entusiasmo di tenere un corso il sabato mattina per i ragazzi della scuola.
Così tra teoria e pratica, tra spanglish e nepalese, continuiamo a seminare
l’idea che un’agricoltura senza pesticidi è possibile e, con le dovute cure e
conoscenze, questa volta arriveranno anche i frutti!!
Nonna Papera e la nuova struttura per la scuola |
Ultimo ma non ultimo, siamo felici di condividere le
foto dei lavori in corso per il nuovo spazio che regaleremo alla scuola di
Lilliput. All’inizio sarà una grande tettoia ed un pavimento, finalmente in
piano, con autobloccanti. La scuola deciderà in seguito come effettuare
eventuali partizioni.
Questo è il mese di Dashain e
Thiar: come per noi a Natale, è tempo di stare in famiglia, le scuole chiudono,
nel cielo volano aquiloni e si respira aria di dolce far niente.
Ci risentiremo a Novembre a fine
vacanze con aggiornamenti sui progetti in corso.
Come sempre, un ringraziamento speciale ai tanti di voi che, grazie a Facebook e Whatsapp, sono in contatto con i ragazzi. Per loro è bello ed importante sapere che ci siete.
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