giovedì 6 ottobre 2011

UN REGALO INASPETTATO

A malincuore, da anni, non credo più a Babbo Natale e con lui se n’è andata la magia del Natale. Ora però credo nella dea Durga e nella magia della sua festa, Dashain.

Sarà una coincidenza ma era Dashain 2009 quando, alla ricerca della madre dei due ragazzini, si è accesa in me la lampadina che ha fatto poi partire Human Traction. Vi ho raccontato del progetto “riunione familiare per le vacanze” nella Pagina dedicata a Bidur e Hari, Radici.(In alto a sinistra del blog). Lì, tra pochi giorni, troverete la storia di come sta andando la vacanza. Qui quello che è successo per arrivarci.

Era già da un po’ che volevo contattare la mamma per verificare che fosse ancora d’accordo con l’incontro e, logicamente, organizzare un po’ la cosa. Quello di logica è un concetto inesistente in Nepal o se c’e, io non la vedo!

I fratelli vivono in una scuola con ostello annesso, largamente sponsorizzata dall’Ong Cwin, la quale detiene la custodia legale dei due bambini. Secondo l’accordo preso in precedenza, il direttore della scuola avrebbe portato I bambini alla casa/ufficio di Cwin chiamata “help line”. Da lì avrei accompagnato i bimbi a casa dalla mamma. Insomma non sembrava una cosa troppo difficile…non sembrava, but Nepal is very difficult my friend! Ho contattato il responsabile di Cwin per ricordargli dell’ accordo e chiedergli il numero della madre. Mi ha detto: “sarà dopo il 3 ottobre perche hanno gli esami, ti manderò una mail per farti sapere la data e il numero della madre”.

Ero fuori Kathmandu, un giorno per fortuna controllando la posta, scopro che Cwin ha fissato l’incontro per il 2 mattina, senza ovviamente darmi il numero della mamma. Mannaggia alla mannaggia! Lo chiamo e lui, con tutta la calma Nepalese, mi dice: “non preoccuparti per il numero, vai a prendere la mamma la mattina presto, la porti a Kathmandu, prendete i bambini e ve ne andate. Cosa? Come? Logica? No. Perché non mi ha detto subito che dovevo presentarmi con Shakty, la madre? Vive su una curva di una stradina di campagna ad indefinite ore da Kathmandu, secondo il mezzo di trasporto, insomma non è dietro l’angolo. Ma sopratutto, questo non si rende conto che piombare a casa di una donna che non passa del tempo con i suoi figli da 5 anni e dirle: “pronti-via, andiamo a prendere i tuoi bambini” non è esattamente un’idea brillante. Cazzo un attimo di preavviso, un po’ di tatto, un po’ di logica. No. Cosi, ho speso 30 euro di taxi delle vostre donazioni, per andare a prendere Shakty. Considerata la disorganizzazione e al contempo la delicatezza della cosa, nel viaggio non ho fatto altro che pregare che andasse tutto bene. Quasi svengo al sentirmi tradurre da Charlie le parole del cugino o parente che fosse: Shakty non c’e’, era un po’ malata ed è tornata al villaggio d’origine per il Dashain. Oh my God, erano le nove di mattina, a quel punto accettare di buon grado il bicchierone di raxi (specie di wishkehy Nepalese) e coca offerto dal sorridente parente, mi è sembrata la cosa migliore da fare. Finalmente Charlie è riuscito a chiamare Shakty che, felicissima, ha detto che sarebbe tornata entro qualche giorno permettendomi, nel frattempo, di ospitare i bambini. Vagamente ubriaca sulla via di ritorno per l’appuntamento con Cwin, di nuovo, non ho fatto altro che pregare che andasse tutto bene.

Infatti, all’inizio il tipo era riluttante ad affidarmi i bambini perché “ci sono delle regole, e senza madre presente non posso darteli, stanno qui all’ help line fino a che lei non torna o fino a quando non riapre la scuola. Gli ho fatto notare che se mi avesse dato il numero di Shakty a tempo debito, ora non avremmo avuto questo problema, che comunque ero riuscita a parlarle e che era d’accordo (ovviamente a quel punto ho provato a chiamarla ma il suo telefono non prendeva più). Ricordandogli tutte le cose che ho fatto per I due fratellini e quanto sia affezionata a loro, alla fine anche lui ha capito che sarebbero stati meglio con me che all’help line, abitata al momento solo da altri due bambini abbioccati davanti alla TV.

Così, ringraziando la dea Durga e la sua festa, sono tornata a casa con le mie due scimmiette preferite, incredula e felicissima di poter passare qualche giorno con loro.

Vado a giocare, a presto.

sabato 24 settembre 2011

Allora continuo

Ciao amici,
ho creato il blog per tenervi aggiornati riguardo al lavoro con l'Ong inglese OurSansar e per illustrarvi la crescita di una piccola Onlus, Human Traction.
Roma non è stata costruita in un giorno, la mia vita qui neanche.
Dal fronte britannico purtroppo non ci sono ancora novità riguardo l'inizio del progetto; doveva essere agosto, poi settembre, poi...poi. Allora ho pensato: piuttosto che scrivere della mia vita, è meglio aspettare di avere contenuti più seri e relativi ai progetti. Come mio solito, ho pensato male. Mia madre, eco riflesso delle vostre voci, mi ha fatto sapere che volete di più. Più post e racconti della mia quotidianità e delle mie impressioni nepalesi, più colori e spaccati di vita dal suggestivo Nepal.
La cosa mi lusinga tantissimo e prometto di scrivere di più per portarvi un pò con me in questa terra di spezie e monnezza, gloria e devastazione e regalarvi un momento di evasione dall' Italica vita.
Dashain festival, il fratello induista nepalese del Natale è alle porte, tra poco rivedrò i "miei" due fratellini per portarli dalla mamma per le vacanze. Saranno i primi giorni che passeranno insieme dal 2006 ed io, solo al pensiero, già mi commuovo.
A presto
Un abbraccio.
PS di servizo risposta: sì, potete commentare i post e quotarli anche se non siete iscritti a Blogger, sì se vi piace il blog in alto a destra c'è lo spazio per sottoscrivere l'iscrizione automatica per ricevere una mail ogni volta che pubblico un post...non vi preoccupate che non vi asfissio di cazzate :)

venerdì 26 agosto 2011

HABEMUS VISA

Questo post è davvero di fine Agosto, quel giorno è andata via la luce mentre scrivevo e il post è caduto nel dimenticatoio. Ecco come è finita l'epopea del visa.

Ciao amici, spero stiate tutti bene.
A Kathmandu il monsone "comincia a finire" e oggi il cielo è finalmete azzurro ma potrebbe cominciare a piovere prima che finisca questo post.
Ieri è stata una giornata epocale: HO FINALMETE OTTENUTO IL VISA PER UN ANNO!!!!
Stavo cominciando a preoccuparmi perchè nelle ultime settimane tutto stava rallentando, appuntamenti con ufficiali e segretari rimandati, "forse ti chiederanno 2000 rupie in più"etc etc.
Ieri lo sblocco. Con la pazienza di Giobbe necessaria, ho aspettato ed aspettato che qualcuno al ministero dell'istruzione finisse la sacra pausa del the prima di firmarmi l'ultimo benedetto documento. Ho attraversato la città fino alla nuova sede dell'immigration department che, tanto per facilitare la vita, è stata sapientemente imboscata in c. ai lupi in un posto scomodissimo! Ho varcato la soglia di quell'edificio come se dovessi dare un esame importante all'università. Invece del libretto universitario stringevo il portafoglio con gli ultimi 540 dollari da pagare.
Infatti, con la faccia di tolla che contraddistingue i dipendenti statali, mi è stato detto" non si preoccupi signorina, il suo visto è pronto, manca solo la mia firma che vale 5000 rupie, 50 euro di "bribe", odiosa e famosa parola inglese che significa bustarella . L'avrei uccisa.

Personalmente in Italia non ho mai guadagnato più di 5 euro all'ora, spesso in nero, e odio il pensiero corrente della gente di qui che se sei bianco, sei stupido, pieno di soldi e felice di darli a loro. Ho imparato a mie spese che arrabbiarsi o cercare di ragionare con tali individui è una perdita di tempo e salute quindi l'ho guardata negli occhi, seria e inamovibile, le ho allungato 2500 rupie dicendole di firmami il foglio.
Altra mezz'ora in attesa dell'ultima firma e verbalizzazione, che ovviamente il tipo addetto era in pausa the, e finalmente il visto per un anno era bello stampato sul mio passaporto.
Scendendo le scale con un vago senso di vertigine e la faccia da ebete felice, ho incrociato due ufficiali che, contando una pacchettata di soldi, si salutavano con aria soddisfatta.
L'irritante carrozzone fagocita-soldi del sistema visa va avanti, tutto sommato grazie all'amico Mukesh, me la sono cavata bene. Dribblando le maglie della mafio-burocrazia nepalese ho finalmente la possibilità di restare e, speriamo, creare qualcosa di buono.
Quel quadratino sul passaporto meritava un brindisi in Thamel con Federica, la prima amica italiana venuta a trovarmi in questo altro giro di giostra in Nepal. (Scuse a Tiziano Terzani)