domenica 7 febbraio 2016

Cominciamo meglio! translated

Fedeli compagni di viaggio che ci seguite da tempo e nuovi amici da ogni dove, con immensa gioia vi comunichiamo il rientro in Nepal, dopo quasi tre mesi di assenza causa i soliti problemi di visto,  di parte dello staff di Human Traction (Mattia e Vittoria , aka chi sapete, e se non lo sapete qui http://www.humantraction.org/#!about_us/csgz potete  capire perchè i nomi di alcune persone di Ht sono stati cambiati).
 A Novembre abbiamo lasciato un Paese soffocato dalla morsa del blocco con benzina e gas introvabili se non al mercato nero, all’ improponibile prezzo rispettivamente di 5 euro al litro e 80 a bombola. Come ogni mezzo che viaggia dalle zone di confine con l’India verso la Capitale, anche il nostro autobus era stipato con taniche di benzina destinate alla rivendita al mercato nero. Come prima di un incontro a lungo sospirato con la persona amata, durante il tragitto il mio stomaco si contorceva per l’emozione, farfalle e gioia al pensiero di riabbracciare i ragazzi dell’ostello e pensieri cupi come: di quanto sarà crollato il palazzo bianco in Durbar square? Quanto costa la benzina? Si trova il gas? Riusciremo a cominciare i lavori?
Il giornale di sabato con la notizia della riapertura della
frontiera di Birgunj
Oggi domenica 7 febbraio, a una settimana esatta dal mio rientro posso affermare che la situazione sta lentamente migliorando. Le file alle pompe di benzina sono ancora chilometriche ma proprio ieri, dopo 150 giorni di blocco, ha riaperto la frontiera di Birgunj, il punto di passaggio più importante per i rifornimenti dall’ India. Il caldo benvenuto di tutto il villaggio e l’abbraccio con i ragazzi dell’ostello ci hanno fatto sentire a casa, il lungo colloquio con Anjit, il direttore della scuola, compagno di tutte le nostre gioie e dolori a Lilliput, ha confermato che i prezzi dei materiali stanno scendendo e che possiamo pensare di ricominciare a lavorare! L’interminabile ristrutturazione dei bagni è quasi al termine ed il prossimo grande obiettivo del 2016 è la ricostruzione della vecchia area che ospita la cucina dei ragazzi, 2 aule dell’asilo e l’ufficio della scuola, gravemente danneggiati dal terremoto dello scorso Aprile. La scossa di 5.2 di venerdì sera, che ci ha fatto di nuovo tanta paura, è un invito a ricordarci che la terra da queste parti non ha intenzione di smettere di ballare. Allora noi balliamo, ridiamo e lavoriamo con la determinazione di costruire un futuro più solido per i nostri ragazzi, alimentata dalla consapevolezza che è un sogno realizzabile perché non siamo soli, ci siete voi e siete tanti. Il vostro affetto ed il vostro supporto erano, sono e saranno il nostro carburante più importante. Continuate a sostenerci.

Dear old friends and new followers, we are glad to inform you that part of Human Traction staff is back in Nepal after almost three months away due to visa issues. (Mattia and Vittoria aka.. you know, and if you don’t, here http://humantraction.wix.com/htnepal#!ricongiungimento/c1d1k you can find out why some of our names had to be changed). Due to the Indian unofficial blockade and the violent clashes in the South of the State, in November we left a Country crumbling on its own rubbles with petrol and gas cylinder available only at the black market at unbearable prices: 5 euros per liter and 80 euros for a cylinder. As all the vehicles travelling from the border areas to the Capital, our bus was loaded with petrol tanks and bottles to be sold at the black market. While approaching the city my stomach was churning as before a long waited rendezvous with the loved one. Butterfly and joy thinking about the hostel’s boys, frustration and unpleasant questions such as, how much is petrol now? Is it available, what about gas? Will we ever be able to resume our work? Today, Sunday 7 February 2016, a week after my return in Nepal, I feel positive enough to say that things are slowly improving. Queues at the petrol pumps are still freaking long but yesterday came the long awaited news: the Birgunj border, the most important access way for Indian goods is open after 150 days of blockade!
The warm welcome of our village, the family hug with our boys and girls made us feel at home and happy despite the cold and the problems. A long chat with Anjit, the school director, partner of all of our joys and pains, confirmed that the prices of materials are finally decreasing to normal rates while transportation costs will be still higher for a while. Of course the blockade will not be solved in few weeks but we are happy to know that we can go back to life and think ahead.  The never-ending restoring of the toilet is almost done, we only need few bags of cement and some hard sweating to complete it. The new challenge for 2016 is the reconstruction of the area damaged by the last April earthquake. We need a new kitchen for the hostel, 2 kindergarden rooms, a new computer lab, a common area and the school office. Last Friday 5.2 shake frightened and reminded us that Mother Earth here is willing to keep dancing. So we keep dancing, praying, laughing and working to create a sound future for HT boys.  Our dream is strengthened because we know we are not alone. We have you out there and we know that together we can rise and blossom.

Stay tuned, Lilliput is on!!!

venerdì 4 dicembre 2015

Human Traction goes on!

Ciao HT followers, sono Catia da due settimane sono di nuovo in Italia. Scrivere del Nepal è difficile e altrettanto necessario. Difficile perché sono indescrivibili le emozioni provate in un posto così diverso dal mio paese d’origine eppure così umanamente vicino e caldo. La necessità deriva dal fatto che, nonostante il Nepal non sia mai stato sotto i riflettori, se non per eventi catastrofici e sconcertanti come il terremoto dell’Aprile 2015, è un Paese che in questo momento vive una “catastrofe umanitaria” dovuta ad un’assurda politica di “embargo” ufficioso imposto dall’India.


E’ facile intuire che, vista l’assenza di ferrovia e di sbocchi sul mare, non avere benzina in Nepal comporta una serie di difficoltà che vanno al di là di ogni immaginazione. Tutto, e dico tutto, è influenzato da questa mancanza. Ed ogni piccolo risultato raggiunto, anche quello che potremmo ritenere scontato, si conquista con grandi sforzi ed è causa di immensa gioia.  Perché, anche in momenti come questo, noi tutti volontari di Human Traction e i ragazzi non ci fermiamo!


Negli ultimi due mesi, l’intero periodo della mia permanenza a Lilliput, ne sono successe tante ed è bello, come sempre, condividere le informazioni con chi ci sostiene.  Grazie al vostro aiuto siamo stati in grado di far diagnosticare la Tbc a D e farlo curare. Abbiamo finanziato l’acquisto delle serie/banchi per le classi della scuola che frequentano i ragazzi.  L’acquisto dell’impianto di depurazione dell’acqua è stato economicamente rilevante e davvero non avremmo potuto affrontarlo senza la vostra collaborazione.


L’inverno è arrivato anche a Lilliput, così abbiamo provveduto a fornire ai nostri piccoli amici tutto l’abbigliamento necessario. Due dei nostri volontari hanno visitato la casa d’origine del più grande dei nostri ragazzi e, trovandola in condizioni disastrose, causa terremoto, si è deciso di finanziarne la ricostruzione.

A tutti coloro che ci seguono vorrei trasmettere la gioia che si prova nel guardare i ragazzi crescere, guardarli negli occhi mentre noi tutti li sorreggiamo nel loro andare avanti, sforzandoci di non fargli mancare nulla. Personalmente ho ricevuto tanto da loro e sicuramente, in questi 2 mesi a Lilliput, abbiamo raggiunto così tanti traguardi grazie a voi e ai vostri sforzi. Andate avanti, andiamo avanti! Un grazie a tutti voi e a Human Traction! Stay tuned! 


venerdì 6 novembre 2015

Standby Nepal

Dopo settembre anche Ottobre è stato un mese all’insegna dell’assurdo.
Già perché, purtroppo, nel 2015 anche in Nepal senza il carburante ed il gas la vita dopo un po’ diventa semplicemente assurda. La benzina al mercato nero costa più di 5 euro al litro ed è tagliata. Le file ai distributori sono infinite, gli autobus sono ridotti e viaggiano caricando decine di persone anche sui tetti. Il tragitto per Kathmandu (18km) è diventato un viaggio epico di ore ed ore. In ostello la didi cucina da settimane con bambù secco e la poca legna che si trova in un villaggio nel mezzo delle risaie. In città la situazione è ovviamente peggiore ed addirittura i ristoranti per turisti in Thamel, ormai da più di un mese, hanno il menù dimezzato perché non possono sostenere il costo di 80 euro a bombola del gas, figuriamoci la gente normale.
I nostri lavori di ristrutturazione dei bagni ed il progetto di ricostruire la parte pericolante della cucina sono completamente bloccati perché nessuno consegna i materiali e i prezzi sono raddoppiati.
Ottobre è stato anche il mese del Dasahin, la massima festa nepalese che corrisponde un po’ al Natale: si fanno kilometri per riunirsi con i parenti e mangiare smodatamente con la famiglia cercando di dimenticare, almeno per qualche giorno, la pesantezza e le difficolta di questo 2072. (In Nepal seguono un calendario tutto loro)
Il ragazzo più grande dell’ostello ci ha chiesto di accompagnarlo al villaggio di origine dove vivono la madre vedova ed il fratello con un braccio paralizzato. Il villaggio si trova tra le alte colline sopra Barhabise, 85 km dalla capitale, nel distretto di Sindupalchok, epicentro del sisma di Aprile. Come la maggior parte della popolazione di quelle zone, anche loro hanno perso la casa e vivono in una baracca di onduline e legna. La mamma si chiama Maya e ci ha accolti con la proverbiale ospitalità nepalese. Ci siamo sentiti coccolati e rifocillati dopo le 6 ore di curve in cima ad un vecchio autobus e 3 di trekking per raggiungere il villaggio.  La bellezza di questi luoghi e di queste persone lascia senza fiato, come la distruzione del terremoto che qui ha seminato macerie ovunque. Ancora una volta il Nepal si rivela terra di contrasti, meraviglioso e dannato, più da una classe politica becera e dai giochi di potere dell’India che dalla natura matrigna. I milioni di euro stanziati per la ricostruzione sono ancora tutti fermi nelle casse del Primo Ministro perché negli ultimi mesi tra la ratifica della costituzione prima e l’embargo indiano dopo, non è stato mosso un dito per aiutare la popolazione colpita. Nel nostro piccolo abbiamo deciso di aiutare la mamma di Dipendra a ricostruire la sua casa. Le abbiamo consegnato 16.000rps, circa 150 euro, per i lavori di abbattimento della vecchia casa e rimozione delle macerie. Torneremo da lei a gennaio per seguire i lavori di ricostruzione. Purtroppo entro due settimane lo staff di HT dovrà lasciare il Nepal (attualmente siamo in tre). A me non danno il visto come insegnante di inglese per un anno perché al Dipartimento dell’Istruzione dicono che non c’è bisogno di insegnanti stranieri, i loro sono abbastanza e bene preparati. Sappiamo tutti che non è vero, che il Nepal vanta uno dei sistemi educativi più deboli al mondo e che nello specifico nella nostra scuola manca personale docente. Non mi hanno neanche fatto parlare cacciandomi dall’ ufficio in malo modo. Ho mangiato un panino di rabbia, l’ho digerito e ora sono serena perché il dono più grande che il Nepal mi ha fatto in questi anni è la prova che con la pazienza e la perseveranza si ottiene tutto. Tornerò con il mio compagno a gennaio e, come sempre, troveremo un modo per andare avanti.
Catia, che ha scritto il post sulla sanità, era venuta in Nepal per riabbracciare due vecchi amici. Sarà il fascino di Lilliput, sarà la magia dei ragazzi dell’ostello, ha deciso di entrare a far parte della nostra famiglia aiutandoci sia in Nepal che in Italia. Siamo felici di acquisire nuove energie proprio nel momento in cui salutiamo con affetto Clara che, per motivi personali, ha deciso di lasciarci.
Auguriamo ai vecchi e ai nuovi amici, ma soprattutto al nostro amato Nepal un futuro sereno. Noi, problemi di visti a parte, ci saremo sempre e faremo sempre del nostro meglio per far crescere i ragazzi dell’ostello forti ed aiutare le persone in difficoltà a noi vicine.


 
Le macerie della casa di Maya, Sindapalchok

Le macerie della casa di Maya, Sindapalchok

Le macerie della casa di Maya, Sindapalchok

La casa vecchia casa di  Maya, Sindapalchok

Maya nella sua casa attuale