In Italia erano le 8.30 di un tranquillo sabato mattina
quando un messaggio dal Nepal trasforma un’antica latente paura nel più reale
degli incubi: c’è stato IL terremoto.
Il 15 gennaio 1934 un terremoto di magnitudo 8.2 devastò il Nepal riducendo le maestose città
della valle di Kathmandu in un cumulo di macerie.
I sismologi che studiano l’Himalaya hanno registrato che il
Nepal viene scosso dal terremoto circa ogni 80 anni. Ne sono passati 81, 3 mesi
e 10 giorni. L’imprevedibilità dei terremoti…
Per chi sa l’inglese
Terremoto a parte, gli artefici del degrado e della
silenziosa agonia del popolo nepalese sono molti e molto potenti.
I milioni di dollari di aiuti internazionali che fin dagli
anni 60 si riversano in Nepal avrebbero già potuto e dovuto risollevare il
destino di questo Paese meraviglioso.
Purtroppo, come accade ovunque nel mondo, la logica del
profitto, le speculazioni e la peggiore declinazione del concetto di
globalizzazione, hanno avuto la meglio.
Da sempre in Nepal l’approvvigionamento giornaliero di acqua
è un grande problema per la quasi totalità della popolazione. Ovviamente non
per mancanza d’acqua (il Nepal possiede la seconda riserva idrica al mondo dopo
il Brasile!), ma per eccesso di avidità umana e mafie.
Stesso discorso per l’elettricità. Chi conosce il Paese sa
benissimo cosa vuol dire load shedding. Significa tagli della fornitura
elettrica programmati, d’inverno si arriva a 18 ore. Di questo è complice l’India, che da anni
impone al Nepal la vendita della quasi totalità della poca corrente prodotta.
Terremoto a parte, gli artefici del degrado e della silenziosa
agonia del popolo nepalese sono molti e molto potenti.
Con un background del genere era praticamente ovvio che un
Paese già in ginocchio si sarebbe trovato impreparato ad affrontare una
calamità naturale annunciata.
Scusate il preambolo polemico ma forse alcuni di voi ci
seguono da poco e non conoscono bene il Nepal.
Il destino ha voluto che Giona, da sempre uno dei pilastri
di HT, si trovasse a Kathmandu.
La sua presenza lì ci aiuterà a capire qual è la vera
situazione e di cosa hanno bisogno.
Le comunicazioni sono difficili e spesso interrotte.
A Lilliput*, il villaggio dove operiamo:
I BAMBINI SONO TUTTI SALVI
L’OSTELLO CHE ABBIAMO COSTRUITO NON HA SUBITO DANNI
GRAZIE AL PANNELLO SOLARE CHE CI AVETE AIUTATO AD
INSTALLARE,
IN PAESE IERI ERAVAMO GLI UNICI AD AVERE CORRENTE ELETTRICA
E SONO TUTTI VENUTI A CARICARE I TELEFONI DA NOI.
PER PAURA DI SCOSSE NOTTURNE HANNO DORMITO TUTTI FUORI.
L’OSTELLO E IL GIARDINO DELLA SCUOLA SI STANNO TRASFORMANDO IN UN CAMPO DI
SFOLLATI DEL PAESE.
Mentre vi scrivo arrivano finalmente pochi telegrafici
messaggi di Giona per aggiornarci sulla situazione:
LA SCOSSA DI STAMATTINA HA PROVOCATO ULTERIORI DANNI
IN PAESE SONO CROLLATE ALTRE CASE TRA CUI ANCHE QUELLA DEL
NOSTRO PADRONE DI CASA CHE ORA GIUSTAMENTE RECLAMERA’ QUELLA CHE CI HA
AFFITTATO
AVEVAMO DA POCO AFFITTATO UN PEZZO DI TERRA CON UN’ANTICA
CASINA NEPALESE CHE SAREBBERO DIVENTATI IL NOSTRO PROGETTO DI PERMACULTURA .
IL NOSTRO SOGNO PER ORA SI E’ SGRETOLATO INSIEME ALLA
CASINA.
DICONO CHE LA CORRENTE ELETTRICA NON SARA’ FORNITA PER
ALMENO UN MESE PERCHE’ SONO CROLLATI QUASI TUTTI I PILONI DELL’ALTA TENSIONE.
IL PANNELLO CHE ABBIAMO E’ PICCOLO E DA SOLO NON HA UNA LUNGA
CARICA.
DOBBIAMO ACQUISTARE DEI NUOVI PANNELLI SOLARI.
GIONA DICE CHE OVVIAMENTE ORA E’ TUTTO CHIUSO. IN CITTA’ E
NEI VILLAGGI E’ CORSA AGLI ALIMENTI. A
LILLIPUT PER ORA HANNO CIBO E L’ACQUA GRAZIE A DIO VIENE EROGATA COME SEMPRE
DUE VOLTE AL GIORNO PER POCHE ORE.
NCELL, UNA DELLE 2
COMPAGNIE TELEFONICHE, PER ORA NON FUNZIONA.
L’India ha portato i primi soccorsi a Kathmandu e nelle zone
dell’ epicentro, la grande macchina degli aiuti internazionali si è messa in
moto. Nel disastro è confortante sapere che stanno arrivando anche grandi ONG
come Medici Senza Frontiere.
Ovviamente nei villaggi la situazione è peggiore perché gli
aiuti sono concentrati nella capitale e dell’epicentro.
La situazione è drammatica come le scene che tutti i giorni
vediamo arrivare da mezzo Mondo: Siria, Palestina, Africa, Mediterraneo e, spesso
assuefatti al dolore come siamo, quelle immagini si perdono velocemente tra le
pieghe dei problemi delle nostre vite. Se però ci stai leggendo, per qualche
motivo sei forse legato al Nepal o a noi.
Senza religione, abbiamo fondato Human Traction con la
convinzione che la potenza dell’essere umano che si adopera per proteggere i
propri simili e chi/cosa vive su questo pianeta, sia una scintilla divina che può
fare miracoli.
Gli anni di lavoro svolto fino ad ora lo hanno confermato.
Voi che ci seguite siete cresciuti proporzionalmente ai fantastici traguardi
che abbiamo raggiunto insieme.
Le urgenze del momento ci spingono ad allargare i confini
del nostro lavoro al di là dell’ostello e dei “nostri” bambini.
Lilliput, il nostro villaggio, la nostra comunità ha bisogno
di noi. Fateci sentire che non siamo soli.
AGGIORNAMENTI SULLA PAGINA FACEBOOK HUMANTRACTION ONLUS
STIAMO ASPETTANDO CHE GIONA RIESCA AD INVIARE IL SUO
RACCONTO E LE FOTO PER STUDIARE COME INTERVENIRE.
IN US WE TRUST
Vittoria
* A chi ci conosce ora consiglio di leggere i post
vecchi per capire perché chiamiamo il villaggio Lilliput e perché io mi firmo
Vittoria.J